La Pelagia noctiluca fa parte dell'ordine dei Cnidari ( dal greco knide = ortica), classe Scyphozoa di cui fanno parte tutte le meduse vere e proprie!
Ma... quali sono le meduse vere e proprie?
Beh, quelle che biologicamente parlando, hanno un ciclo vitale alternato che comprende una forma polipoide asessuata e una successiva forma medusoide sessuata (di nostro interesse). In genere, infatti, durante quest'ultima si forma la larva, chiamata planula, che si trasformerà in strobila, per poi assumere la forma polipoide (fissa su un substrato = sessile). Da qui si formerà uno stadio larvare mobile, efira, che diventerà la medusa!
Però...
....La Pelagia Noctiluca è differente! Infatti nel suo ciclo vitale, la fase polipoide è completamente assente, il che lo rende un ciclo biologico diretto polifasico in cui la planula diventa subito efira !
A proposito di questo, nel periodo di Marzo e Aprile , nelle acque filicudare è possibile assistere al loro bloom (fioritura), ovvero il picco della loro riproduzione! Il mare è ricoperto interamente di pallini ( che sono i vari stadi larvali) e meduse adulte di ogni dimensione! Lo spettacolo è assicurato!
Perché è così urticante la Pelagia noctiluca?
Il potere urticante di ogni cnidaro dipende dalla composizione proteica contenuta nelle loro cellule urticanti , ossia, i cnidociti. Quest'ultimi sono formati da vescicole velenifere chiamate nematocisti, che ospitano all'interno il filamento urticante, e da un cnidociglio che serve a rilevare la presenza di prede, predatori o...noi!!
Una volta che la differenza di pressione sposta il cnidociglio, il filamento si estroflette in 3 millisecondi e non c'è scampo per nessuno!
Nello specifico , le tossine della Pelagia hanno un effetto dermotossico nei confronti dei loro malaugurati ospiti umani, il cui contatto produce effetti che possono protrarsi fino a due settimane, con possibili formazioni di cicatrici, anche se l'entità delle reazioni rimane comunque individuale.
Nei confronti degli animali marini, invece, le tossine hanno principalmente un potere paralizzante, permettendo alle Pelagia di predare o di non essere predate. Infatti, non avendo una modalità di nuoto "attiva" se non per la sola direzione verticale ( per intenderci , su e giù nella colonna d'acqua), sarebbero facilmente predabili da tutti i pesci medusofagi.
Troppi paroloni?
Semplificando, le meduse "pungono" perché presentano delle cellule urticanti posizionate un pò ovunque, ma soprattutto nei filamenti che vengono estroflessi quando viene sfiorato un apposito ciglio che funge un pò da allarme.
E quindi...se ci siamo noi nei paraggi, ahi!!
Cosa fare se si viene "punti" dalla Pelagia?
Innanzitutto manteniamo la calma! Si lo so, brucia da matti e magari hai anche nuotato con la maschera appositamente per scongiurare un incontro del genere, ma non hai visto niente intorno a te!
Ricorda che i filamenti, sottili e quasi trasparenti con la luce riflessa, possono raggiungere e oltrepassare i 2 m, quindi potresti non vederli tempestivamente!
Ecco i principali punti da seguire :
- Sciacquare la zona colpita con acqua di mare. Mi raccomando non con acqua dolce, perché per effetto osmotico le nematocisti rimaste inesplose si possono rompere ed andare, quindi, ad aggravare la reazione.
- Passare una card qualsiasi sulla zona colpita, la finalità è quella di rimuovere le nematocisti inesplose.
- Mettere del ghiaccio! Questo farà in modo di limitare il gonfiore.
- Mettere una crema lenitiva con effetto astringente.
- Coprire la zona dal sole!
Ricordate sempre che siamo noi gli ospiti del mare, rispettatelo e rispettate i suoi abitanti anche se vi pungono e sono potenzialmente nocivi alla vostra salute! Ricordo, inoltre, che è vietato dalla legge catturare dal mare con i retini, o simili, le meduse per poi lasciarle morire a riva...se volete farvi il bagno e ce ne sono troppe vi consiglio di cambiare posto ( anche solo 100 metri più avanti a volte fa la differenza, visto che sono trasportate dalle correnti), oppure potete andare in piscina!!!
a cura di Giada Giulietti
Università Acquacoltura (UNIBO)